Piano
primo
Vita religiosa a Capriglio dall’inizio dell’Ottocento a inizio Novecento
PARAMENTI SACRI DELLA PARROCCHIA DI SAN MARTINO DI CAPRIGLIO
La chiesa parrocchiale di San Martino, meta di pellegrini di ogni nazionalità in quanto chiesa di "Mamma Margherita", inizialmente intitolata a Santa Maria, è datata intorno all'inizio del Seicento.
Dagli archivi non emerge una datazione precisa della costruzione, di certo si sa che la sede parrocchiale si sposta dalla antica {1153) chiesa romanica di San Martino, posta ad un chilometro dal paese e attualmente cimiteriale, per salire nel piccolo agglomerato sulla collina del Bricco Scaglia. La data più alta di riferimento è il 1656: di quell'anno è la ricevuta di una spesa di lire 3 per aver fatto '' ... serrare la credenza della chiesa ... ''.
Negli ambienti 5, 6 , 7 del Museo sono esposti paramenti sacri e arredi provenienti dalla Parrocchia {in deposito) e conservati dai parroci che si sono avvicendati a Capriglio negli ultimi quattro secoli.
Nel periodo di vita caprigliese di mamma Margherita si susseguirono alcuni parroci tra cui: don Giovanni Secondo Zuccaro che tenne a battesimo Margherita il primo aprile 1788
don Giuseppe Maggiora che il 6 giugno 1812 unì in matrimonio Margherita a Francesco Bosco,
don Giuseppe Antonio Carmagnola parroco dal 1813 che morirà nel 1827
don Giuseppe L'Acqua parroco tra il 1827 e il 1831 e maestro di scuola di Giovanni Bosco tra il 1824 e il 1826
STATUINE DEVOZIONALI
La realizzazione di figurine, statuine di gesso affonda nei secoli: i piccoli altari domestici delle ville e delle case romane, larari, erano ornate da piccole forme di gesso delle divinità o degli antenati.
Più vicina a noi nel tempo la grande tradizione toscana, localizzata in Garfagnana, di produzione di soggetti religiosi e non, personaggi del presepe che risale al Cinquecento e si protrae fino ad oggi. Anche in Abruzzo sono presenti figurinai, soprattutto produttori di statuine di presepe.
In Piemonte sono documentati a partire dall'Ottocento piccoli laboratori in Torino (Santuario della Consolata), con copiose produzioni tra le due guerre mondiali di statuine soprattutto di Madonne e santi formati e dipinti ad arte per testimoniare la forte devozione popolare semplicemente resa attraverso la lavorazione di un materiale povero e reperibile localmente come il gesso.
Nel Dizionario Piemontese di Casimiro Zalli del 1815 , è presente la dicitura" figurina d' giss" a testimoniare l'uso comune di tali manufatti.
Le tre statuine rappresentano:
Sant'Agnese martire romana del lii secolo d.C., reca a destra la palma del martirio e a sinistra l'agnello simbolo del sacrificio. Giovinetta appartenente a nobile famiglia, forse i Claudii, fu martirizzata all'età di dodici anni.
San Luigi Gonzaga gesuita, con il giglio simbolo di purezza. Vissuto nella seconda metà del Cinquecento, Luigi era figlio di Ferrante Gonzaga marchese di Castiglione delle Stiviere e di Marta Tana di Chieri. Rinunciò all'eredità paterna per consacrare la propria vita al Signore, dedicandosi ai poveri e agli ammalati di peste, morì a Roma per il contagio all'età di ventitre anni.
Il Bambino di Praga oggetto di devozione a partire dal Seicento per la statuina, di provenienza spagnola, donata ai Carmelitani di quella città, nel 1628, dalla principessa Polissena Lobkowitz. Essa raffigura Gesù Bambino in abiti regali e con le insegne da sovrano, nell'atto di benedire sottolineando, insieme alla vera umanità di Cristo, anche la sua divinità.
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PARAMENTI SACRI
Nei secoli i paramenti liturgici con cui si ammantavano parroci, vescovi e cardinali si avvalsero dell'uso di stoffe pregiate e di ricami sia per le vesti più modeste nelle funzioni giornaliere, ma soprattutto nelle vesti rituali per le grandi festività e la celebrazione dei sacramenti.
Il colore delle vesti liturgiche ha mantenuto un valore simbolico indicando ai fedeli il tempo in cui ci si trova:
il verde si usa nel tempo ordinario, esprime la giovinezza della Chiesa
il rosso si usa nella domenica delle Palme, nel Venerdì Santo, nella Pentecoste, nelle feste dei martiri
il viola si usa nell'Avvento, in Quaresima e per uffici per defunti
il bianco si usa nelle festività come Pasqua, Natale, Epifania, per l'Ascensione e per la Festa di Ognissanti
il giallo (oro) si usa nelle solennità mariane
il nero deve essere usato solo nelle feste dei defunti, durante l'Avvento e la Quaresima
il rosa si usa nella terza domenica di Avvento e nella quarta domenica di Quaresima








